Riforme, da “Italia in scena” alla notifica digitale alle nuove candidature Unesco

Dopo la vittoria sull’Iva al 5% per il commercio delle opere d’arte in Italia, l’onorevole Federico Mollicone, continua a far lavorare la Commissione Cultura, che presiede. In occasione del suo intervento alla cerimonia di riapertura del Museo dell’arte salvata nell’Aula Ottagona delle Terme di Diocleziano, parla dei lavori sul tavolo della Commissione, tra questi la proposta di legge “Italia in scena”, che prevede una notifica digitale per gli operatori del mercato e nuove candidature Unesco.
La proposta di legge “Italia in Scena” – della quale Mollicone è primo firmatario – mira ad introdurre con gli articoli 121-bis e 121- ter al Codice dei beni culturali e del paesaggio, un’anagrafe digitale degli istituti, dei luoghi della cultura e dei beni culturali di appartenenza pubblica presso il MiC. L’anagrafe avrebbe il compito di censire le informazioni relative alle forme di gestione e alla conformità dei livelli di qualità della valorizzazione del patrimonio culturale, al fine di raccogliere e rendere accessibili i relativi dati, nonché di monitorare la gestione, valutando altresì l’adozione di forme alternative e la partecipazione dei soggetti privati, singoli o associati, alle attività di valorizzazione del patrimonio culturale medesimo secondo il principio di sussidiarietà. In sostanza, l’anagrafe dovrebbe raccogliere, dai vari istituti pubblici, dati sulla natura del bene, sulla gestione (diretta o indiretta), sugli atti giuridici connessi e su indicatori di qualità come accessibilità, efficacia, efficienza e sostenibilità economica. L’art. 121-ter istituisce poi l’Albo digitale della sussidiarietà orizzontale, una sezione dell’anagrafe destinata a censire i soggetti privati interessati alla gestione indiretta dei beni culturali pubblici, garantendo trasparenza, concorrenza e qualità. I criteri di iscrizione e le modalità operative saranno definiti con decreto ministeriale, ma l’iscrizione resta sempre aperta. Ai fini dell’attuazione delle disposizioni è autorizzata la spesa di 5 milioni di euro a decorrere dall’anno 2025 per la quale si ridurrà il “Fondo per far fronte ad esigenze indifferibili”, o Fondo di cui all’Art. 1, comma 200, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, destinato a coprire spese impreviste e urgenti per prevenire danni rilevanti o il blocco di servizi essenziali, dal quale tanto si era ‘raschiato’ nella legge di Bilancio per l’anno in corso.
Una delle principali novità della legge di riforma “Italia in Scena”, che sarà presto discussa in Aula (e che ancora non compare nella proposta), riguarda l’introduzione di una “notifica digitale” per la trasparenza del mercato dell’arte. “La notifica digitale – ha annunciato il presidente della Commissione Cultura, Federico Mollicone, durante la presentazione della riapertura del Museo dell’Arte Salvata presso l’Aula Ottagona delle Terme di Diocleziano – è pensata per offrire alle istituzioni uno strumento utile per monitorare il mercato ufficiale, e al contempo per supportare archivi e case d’asta nel garantire legalità e trasparenza a tutto il sistema”. “Con questa norma – sempre secondo l’onorevole Mollicone – case d’asta e archivi privati dovranno inviare una semplice Pec per notificare opere messe all’asta e nuove attribuzioni, specialmente quelle effettuate dagli archivi. Sarà una notifica “muta”, solo per conoscenza, senza alcun nuovo adempimento burocratico o appesantimento: al contrario, servirà a tutelare chi opera in trasparenza, offrendo uno strumento informativo diretto al MiC e al Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale”. Mollicone ha sottolineato che “esistono già forme di collaborazione e notifiche informali, ma questo rappresenta un passo avanti verso un monitoraggio digitale sistematico, a beneficio di un mercato dell’arte trasparente”. La misura si affianca alla recente introduzione dell’Iva al 5% per le vendite d’arte, portata avanti insieme al Ministro della Cultura Alessandro Giuli, “che ha reso l’Italia il Paese più conveniente per comprare e vendere arte – ha aggiunto Mollicone – e vogliamo che si possa dire anche ‘nella totale trasparenza’”. Infine, Mollicone ha reso noto che il Nucleo TPC dei Carabinieri sarà convocato in audizione nell’ambito dell’indagine conoscitiva su “digitalizzazione e uso dell’intelligenza artificiale”, avviata all’inizio della legislatura.
Il 25 giugno 2025, la VII Commissione Cultura della Camera ha approvato la risoluzione, a firma dell’onorevole Federico Mollicone (Fratelli d’Italia), che impegna il Governo a sostenere attivamente le candidature dei “Luoghi etruschi” e della “Via Francigena” per l’iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale Unesco, istituita dalla Convenzione Unesco del 1972. Un riconoscimento atteso, sia per la valorizzazione della civiltà etrusca – considerata all’unanimità la più significativa dell’Italia preromana – sia per l’antico tracciato medievale che collega l’Europa a Roma e che si snoda per circa 1.200 km attraverso sette regioni italiane, costellato di luoghi di culto, strutture difensive, insediamenti e infrastrutture medievali. Il 17 giugno, la Commissione Cultura aveva svolto un’audizione dedicata alle candidature Unesco per la via Francigena e i luoghi etruschi, ascoltando tra gli altri Ledo Prato (Mecenate 90), Jacopo Caucci von Saucken (Università di Firenze), Sara Tognini (Ass. Leonardo), Luca Bruschi (AEVF) ed Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana. Successivamente, il 19 giugno, era stato firmato, a Perugia, il protocollo d’intesa tra i Comuni partecipanti al progetto di candidatura unitaria delle “Spur – città etrusche” per l’inserimento nella lista del Patrimonio Mondiale Unesco. Il documento dà formalmente il via alla redazione del dossier di candidatura e segue una prima intesa del 2017 tra Perugia e Orvieto, ora affiancate da Arezzo, Formello (Roma), Piombino, Marzabotto, Tarquinia e Volterra.
Il programma operativo si articolerà in quattro fasi, dalla costituzione del gruppo di lavoro alla stesura del piano di gestione, fino alla consegna finale del dossier in lingua francese o inglese agli organi competenti. La direzione scientifica è affidata al professor Mario Torelli, affiancato da Paola Falini per il coordinamento del gruppo. L’ambizione è alta: far riconoscere l’eccezionalità del modello urbano etrusco, le “Spur”, città che riassumono tre elementi fondamentali – la fortificazione, la religiosità e l’ingegneria – che rappresentano, secondo Torelli, “un’ideologia urbanistica indistruttibile”, di cui le città partecipanti sono testimoni viventi. Perugia spicca per la cinta muraria, Orvieto per il Fanum Voltumnae, Marzabotto per la sua pianta regolare, Populonia per il carattere produttivo, Veio per i culti, Gravisca per il porto, Volterra per l’acropoli, Arezzo-Castelsecco per il complesso suburbano tempio-teatro.
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